"Mi paga per essere sua padrona, Sergio. Che diventerà Rosa..."

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Pinturicchio85
view post Posted on 8/6/2009, 11:15




Attenzione: il testo che segue non è adatto a lettori di età inferiore ai 18 anni.

Il campanello trilla. “Eccolo, mai una volta che sia in ritardo”, rifletto mentre mi avvio ad aprire la porta, raccogliendo la lunga chioma in una coda alta, stretta sulla nuca. E intanto comincio a sentire l’effetto. Un po’ di adrenalina sintetica. Bene: in questi casi preferisco essere su di giri.

Indosso un corpetto in lattice nero, abbinato a un paio di slip dello stesso materiale e a un paio di stivali neri, alti poco sopra il ginocchio, di vernice lucida. Con tacco 12, ovviamente.
Non mi manca la frusta, stretta in mano. Dettaglio irrinunciabile per definire fin da subito i ruoli. Io domina, lui servo.
Già, mi paga per essere sua padrona, questo Sergio a cui sto per aprire. Sergio che poi diventa Rosa, una volta andato in bagno. Quando poi si comincia a giocare. Come ora.

“Siediti sul letto e mettimi la cintura con il dildo”, gli ordino appena sbuca dalla toilette, ormai trasformato, negli abiti e nello spirito.
Sergio ormai è un vago ricordo. Al suo posto ora c’è una stangona bionda, con un’erezione vistosa e un intimo improbabile, compreso il reggicalze e il sandalo col tacco 12. Pure lei. Del resto è di moda.
La parrucca le rende il viso angelico. Quasi come quello di una bambola di porcellana. Per fortuna non è sgradevole alla vista. Invece non mi soffermo a guardarle il corpo. Anzi: non ci voglio proprio pensare che ho davanti un uomo vestito da donna che gode ad essere schiavizzato. Sono qui per guadagnare 250 euro in nero, in meno di un’ora. Non devo provare piacere né essere in linea ai gusti sessuali del mio cliente. Devo solo lavorare. Il meglio che posso.
Me lo ripeto sempre. Anche oggi.

“Mettimi la cintura”, ribadisco visto che Rosa tentenna. E a questo punto non mi fa aspettare. Mi cinge la vita con mani tremanti. Brutta cosa l’emozione. Frega quasi come l’orgoglio, per citare Vasco.
Adesso gli abbasso la testa tra le mie gambe, toccandolo leggermente con il frustino che lascio sempre vicino al letto. Utilissimo. Non mi sporco nemmeno le mani. “E ora leccami tra le gambe. Fammi vedere che ti piace avere il cazzo in bocca”, lo incito.
“Non dire così che vengo subito”.

“Fantastico”, penso io. Ma dico: “Fermati. E’ ancora presto”.
Non faccio in tempo a legargli le mani con le manette dietro la schiena, che Rosa viene.
Da sola. Una sana spruzzata sulle lenzuola candide. Che tanto avrei comunque cambiato. Poco male, quindi.
Guardo l’orologio.
Sono passati 10 minuti.
Sorrido.

Tra 20 minuti potrò finalmente farmi un bagno caldo. Ora ci vuole proprio.
 
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