Virginia nn sapeva come pagare l'affitto..Così sbottonò i pantaloni del padrone di casa...

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Pinturicchio85
view post Posted on 11/6/2009, 10:49




Attenzione: il testo che segue non è adatto a lettori di età inferiore ai 18 anni.

Il suo cellulare suonava. Virginia rispose: Pronto?
- Pronto, sono Alfred, come va? E’ un po’ che non la sento -.
Era il proprietario di casa. Se lo aspettava. Aveva mesi di affitto arretrato.
- Mi scusi. Lo so… sono in ritardo con l’affitto. Ho dei problemi -.
- Capisco, ma dobbiamo almeno parlarne. Venga a trovarmi, ma per favore, non faccia passare altri sei mesi -.
- Va bene, se lei può, vengo già questo pomeriggio -.

Virginia era preoccupata. Rischiava lo sfratto. Decise di vestirsi un po’ sexy. Indossò una t-shirt con scritto davanti ‘lovely girl’, scelse la minigonna più osé che aveva e un paio di scarpe verde mare molto aperte e con i tacchi alti. Si fece un trucco leggero e si passò sulle labbra un rossetto rosa. Le sembrava si combinasse molto bene con i suoi capelli biondi. Una goccia di profumo sul collo e uscì. Quando Alfred aprì la porta notò la minigonna, ma si sforzò di non abbassare lo sguardo. Entrarono in soggiorno.
- Si sieda - disse indicando una poltrona -…per telefono mi accennava a dei problemi…-.

Virginia si sedette e accavallò le gambe scoprendo oltre metà delle cosce. Alfred diede una rapida occhiata, ma si impegnò a mantenere lo sguardo sul volto dell’inquilina che, peraltro, trovava piacevolissimo.
- Beh, sì, non riesco a mettere via i soldi per l’affitto - ammise la ragazza.
- Lei è studentessa, vero? - chiese Alfred.
- Si, ricevo qualcosa dai miei e in più lavoro part-time. Ma non basta -.
- Senta Virginia, non voglio assolutamente offenderla, ma una soluzione ci sarebbe -.
- Ah, sì? - chiese con un sorriso entusiasta la giovane inquilina -.
- A fine mese la mia attuale colf lascia. Potrei fare un regolare contratto con lei. Due pomeriggi la settimana. Riuscirebbe a pagare più di metà dell’affitto. Per il resto dovrebbe fare qualche sacrificio, risparmiare qualcosa - spiegò Alfred.
- Grazie, lei è molto gentile. Ma non riesco proprio a risparmiare. Esco spesso la sera e poi…mi piacciono troppo i vestiti - confessò la ragazza.
- Vedo - Alfred si sentì autorizzato a osservarla - scarpe di Alice Pardi, gonna di…

- Ah! Lei è un intenditore! - disse sorridendo Virginia, pensando che era il momento di osare. Si alzò in piedi.
- Guardi - disse voltando le spalle al padrone di casa e divaricando un po’ le gambe - c’è anche lo spacco! -.
- Però, che trovata. Minigonna con spacco! - si lasciò sfuggire Alfred.
- E poi spendo un sacco per la biancheria che non si vede. Ne vado pazza! - continuò la bionda inquilina sfilandosi la t-shirt.
Per Alfred la visione era mozzafiato. Virginia mostrava un leggero reggiseno color verde mare, lo stesso colore delle scarpe.
- Le piace? Tocchi! Senta che tessuto leggero -. La ragazza sembrava genuinamente entusiasta.
Alfred tentennava, voleva evitare la classica situazione del padrone di casa che approfitta dell’inquilina morosa. Lui era un uomo serio e corretto.
- Va bene, capisco - disse Virginia portandosi le mani dietro la schiena. Slacciò i gancini, abbassò le spalline, si sfilò il reggiseno e lo porse al padrone di casa.
- Prenda, senta che tessuto! - disse con un sorriso Virginia..

Per Alfred quel gesto, quelle parole e quel sorriso erano un concentrato di erotismo. Prese in mano il reggiseno, ma il suo sguardo rimase incollato sulle tette della ragazza: rotonde, con grandi areole e capezzoli scolpiti. Ce l’aveva duro. Gli sembrava che la situazione si fosse spinta troppo in là. Non sapeva come bloccarla. Non poteva più bloccarla. La ragazza si inginocchiò davanti a lui e cominciò a sbottonargli i pantaloni. Non sapeva dirle di smettere. La sua volontà stava cedendo. Guardò la mano della ragazza entrare nei suoi pantaloni. Sentì il contatto delle dita di lei e poi vide quella mano femminile uscire stringendo il duro trofeo. Virginia cominciò il movimento ritmico giù e su. Ormai aveva Alfred in pugno.

- E adesso qualcosa di meglio - disse la studentessa portandoselo immediatamente in bocca.
- Ah! Virginia…- sussurrò Alfred. Adesso erano ondate di piacere sotto il glande.
- Vengo…Virginia…- Alfred era al massimo dell’eccitazione raggiungibile.
Virginia allontanò quel membro vibrante dalla sua bocca. Ora lo lavorava manualmente tenendoselo
puntato verso lo sterno. Alfred esplose. La bianca colata lavica investì il corpo della ragazza: lo sterno, le tette, il collo e un po’ anche il mento.
- Dolce ragazza… - sussurrò Alfred. Estrasse dai pantaloni un fazzoletto ancora perfettamente stirato e glielo passò delicatamente sul mento, poi sul collo, sullo sterno e sulle tette. La ripulì tutta.
Virginia era commossa per quel gesto. Pensò che era, sì, a torso nudo, ma aveva ancora la minigonna.
- Alfred! - disse - non ti ho mostrato ancora le mutandine. Sono traforate-.

Lui era più verso i cinquanta che i quaranta. Ma era alto e forte. La sollevò da terra. La prese tra le braccia e la portò in camera da letto. A Virginia pareva di sognare. Nessuno, nella sua ancor breve esistenza, l’aveva mai portata in braccio in camera da letto. Alfred, per Virginia, non era più il padrone di casa. Virginia, per Alfred, non era più l’inquilina. Entrambi stavano dimenticando il mondo.
 
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