Mauro prese in mano il suo grosso cannolo...

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Pinturicchio85
view post Posted on 11/6/2009, 10:52




Attenzione: il testo che segue non è adatto a lettori di età inferiore ai 18 anni

Luisa e Mauro lavoravano nella stessa società di produzioni cinematografiche. Ma Luisa avrebbe lasciato l’azienda entro breve, mentre Mauro era stato appena assunto per sostituirla. Lei aveva 47 anni, ventuno più di lui, e aveva deciso di cambiare vita e lavoro. Sarebbe restata ancora un mese, il tempo necessario per trasmettere a Mauro le necessarie competenze aziendali. In una pausa di lavoro scoprirono la comune passione per la fotografia. Solo che Luisa, in ambito cittadino aveva una certa notorietà per via di alcune mostre molto discusse, mentre Mauro era un principiante e vedeva in lei una maestra d’arte che gli svelava i segreti della fotografia.

Luisa aveva capelli biondi, evidentemente tinti, a caschetto, verdi occhi vivaci e una figura complessivamente gradevole, anche se non propriamente slanciata. Indossava sempre i pantaloni con scarpe a punta ora verdi ora nere. Con tacco alto. Portava spesso aderenti magliette che rivelavano capezzoli indomabili. Sembrava volessero perforare il tessuto. Altre volte indossava camicie e camicette sufficientemente aperte in modo da mostrare il punto misterioso dove comincia il seno. Uno stile audace di cui le ventenni non sono capaci. Mauro subiva quel fascino. Il fascino della donna matura, sicura di sé e con grande esperienza della vita.

- Teniamoci in contatto - gli disse Luisa l’ultimo giorno di lavoro - Sto cercando un modello per foto di nudo maschile. Ti andrebbe di farlo tu?
- Certo, ma sarà meglio che non lo dica alla mia fidanzata - rispose lui sollevando spiritosamente le sopracciglia.
- Che fidanzata retrograda! - commentò lei in tono giocoso - Domani potresti uscire un paio d’ore prima dall’ufficio e venire nel mio studio. Così lavoreremo in pace senza pensare alla tua fidanzata.

-Va bene, Luisa - concluse Mauro con un sorriso d’intesa.
L’indomani Mauro uscì dall’ufficio con un paio di ore d’anticipo per andare nello studio della collega. Alle pareti erano appese, incorniciate, decine di foto di nudi femminili, a colori e in bianco e nero. Non sapeva su quale fissare l’attenzione.
- Tutte molto belle queste foto - commentò - e anche le modelle! - Sarà stata la forza del pregiudizio, ma non riuscì a fare a meno di pensare, per un attimo, che forse la collega era lesbica.
- Sì, ho esplorato a lungo il corpo femminile. Ora la mia ricerca è rivolta a quello maschile e al gap generazionale - spiegò Luisa.
- Gap?- esclamò col vuoto nella mente Mauro.
- Sì, fotografo delle persone, per esempio un uomo e una donna, di generazioni diverse. Ma ora spogliati. Io sistemo la macchina e le luci - disse Luisa con tono professionalmente operativo.
Mauro cominciò a spogliarsi. ‘Che strano’ pensava tra di sé ‘spogliarsi davanti a una donna tanto più vecchia di me! Sentì il brivido di un’esperienza nuova. Si sfilò anche i boxer.

Luisa guardava nel mirino della fotocamera quel corpo perfetto, teso e armonioso, da campione di salto con l’asta o da lanciatore di giavellotto. Ma gli occhi di lei si focalizzarono presto sul pene. Era lungo e voluminoso. Le venne in mente la proboscide di un elefante. ‘E’ bellissimo!’ disse tra di sé ‘Uhm… quasi vertiginoso’ Cominciò a scattare. Circa cento scatti in cinque minuti.
- Ottimo, Mauro. Adesso vorrei riprenderti al massimo della tua virilità - disse lei.
Mauro era psicologicamente un po’ eccitato dalla situazione. Forse lei voleva fotografarlo con il pene eretto. Ma aveva paura di interpretare male le sue parole. Non sapeva cosa dire.
- Caro Mauro vorrei fotografarti in stato di erezione. Ma non preoccuparti. Sediamoci sul divano. Ti mostro il mio album privato.

Luisa prese dallo scaffale un album formato A4 e si sedettero entrambi sul divano sistemato in un angolo dell’ampia sala posa. La prima foto mostrava una ragazza nuda seduta su una poltrona con le gambe ben divaricate mentre si passava un grosso cetriolo tra le grandi labbra.
- Però! Che idea - esclamò Mauro -
- L’idea mi è venuta quando la modella mi ha detto che era vegetariana. Ora guarda questa - proseguì Luisa sfogliando l’album. La foto ritraeva una ragazza nuda con vistosi segni che le solcavano la pelle, dallo sterno alle cosce. Mauro era stupefatto.
- Pensa che per ottenere questo effetto ho tenuto la ragazza legata molto stretta con una corda per mezz’ora - spiegò la fotografa.

Mauro sentì un leggero flusso di sangue al pene. A Luisa piaceva molto avere un giovane così bello completamente nudo seduto vicino a lei. Gettò un’occhiata al centro della sensibilità maschile. Vide che qualcosa stava muovendosi. Girò pagina. C’era un’ altra ragazza nuda con le tette rigonfie: una corda cingeva strettamente ciascuna mammella strozzandola in alto verso l’attaccatura del seno.
- Quando ho visto questa ragazza con le tette così grandi - spiegò Luisa - ho pensato subito che l’unica cosa da fare fosse legargliele… vedo con piacere che le mie foto ti emozionano… dai Mauro, ora sei perfetto, facciamo qualche scatto.

La fotografa scattò a raffica come se fosse l’ultima occasione della sua vita.
- Abbiamo fatto un ottimo lavoro! Non ci resta che andare in camera da letto a fare qualche foto di gap generazionale.
Giunsero in camera da letto.
- Qui non abbiamo illuminatori. Sfrutteremo la luce finestra -. Nel dirlo Luisa si sfilò la maglietta liberando due tette che finivano con lunghi e geometrici capezzoli. Sembravano cilindretti. La vista di simile inconsueta meraviglia fece vibrare il voluminoso cannolo siciliano di Mauro. Poi lei si tolse anche le scarpe e i jeans. Mauro se lo prese in mano per soddisfare l’improvvisa eccitazione.
- Giù quella mano - disse lei simpaticamente - dobbiamo finire la sessione fotografica.

Luisa si sfilò le mutandine, rivelando una perfetta depilazione.’Si vede tutto!’ esclamò tra di sé Mauro ‘è fantastico!’ Luisa pose la fotocamera sul cavalletto inquadrò il modello, premette il pulsante per l’autoscatto e corse a inginocchiarsi davanti a lui. Prese quel turgido fenomeno della natura in mano, avvicinò la testa, aprì la bocca per prenderlo nella sua calda e accogliente cavità orale e cominciò a lavorarlo con la lingua. La fotocamera lampeggiava. Partì lo scatto automatico. Luisa allontanò la bocca dal grande cannolo.
- Oh! No, Luisa, ti prego…- implorò Mauro. Nemmeno la sua fidanzata sapeva estrargli tanta tensione, tanta eccitazione, tanto desiderio.

- Sei bravissimo, ancora un’immagine di gap generazionale. Sdraiati sul letto - esortò la fotografa.
Luisa inquadrò di nuovo la scena, premette il pulsante, corse sul letto, si mise cavalcioni su Mauro, lo prese in mano e se lo introdusse nel suo intimo, in mezzo alle gambe. La spia dell’autoscatto lampeggiava. Luisa cominciò ad abbassarsi e alzarsi ritmicamente sul grosso cannolo siciliano. Si fermò un attimo. Partì l’autoscatto. Quindi riprese a muoversi ritmicamente su di lui. Si guardavano negli occhi. Mauro sentiva qualcosa tra il prurito e il pizzicore, prima molto tenue e costante e poi sempre più intenso.
- Luisa, Luisa…- non riusciva a dire altro.
- Ti piace, amore? - gli sussurrava lei.
- Sì…c osì è la prima volta… ti prego…- sospirava Mauro.
- Tesoro, non abbiamo fretta, possiamo andare avanti all’infinito - rispose sottovoce lei, che aveva i suoi tempi.
- Sì, all’infinito… sei una donna… una donna!… ti prego fammi venire…- Desiderio, piacere e sofferenza si altenavano in Mauro ad ogni movimento ritmico del bacino di lei.
I cronometri stavano sincronizzandosi, il magico attrito dei corpi polverizzava il mondo intero, le stelle, l’universo, l’infinito. Nulla esisteva più, solo due corpi prossimi a completare la scalata del piacere.

Restarono distesi sul letto abbracciati a lungo. Luisa sapeva che Mauro aveva una giovane fidanzata che l’aspettava: - E’ ora che tu vada - gli disse. Si rivestirono.
- In una cosa tu sbagli, Luisa - disse lui.
- E cioè?- rispose lei accompagnando la domanda con uno sguardo altrettanto interrogativo.
- Porti sempre i pantaloni. Oggi ti ho visto le gambe. Potresti portare la minigonna!
- Sei caro - Luisa lo strinse a sé, pose le sue labbra su quelle di lui. Si baciarono per la prima volta.
La fotografia non era l’ unica passione che avevano in comune.
 
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