Pinturicchio85 |
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| “La signora ha chiamato?”. “Venga Anselmo, si avvicini”. Posando la limonata. “E’ troppo fredda”. “Gliela scaldo io, se permette”.
Porgendogliela. “Ecco, la metto nelle sue mani”. “La prendo subito, è un dovere”. Allontanandogliela. “Anselmo, la prego, non abbia fretta”. “Sa, non vorrei si gelasse”. Sorseggiandola. “E come la scalderebbe?”. “Penso che bisognerebbe agitarla”.
Dubbiosa. “Con un dito?”. “Sarebbe meglio con qualcos’altro”.
Incuriosita. “E come farebbe?”. “Signora, mi permetta, me la dia”.
Appoggiandogliela. “Mi faccia vedere”. “Preferirei farglielo sentire”.
Ascoltandolo. “Ma io non sento niente”. “Mi consenta, dovrei metterlo dentro”.
Sollecitandolo. “E cosa aspetta!”. “Che me lo prenda”.
Contrariata. “Devo fare tutto io?”. “Lo possiamo fare in due, se la signora preferisce”.
Concordi. “Allora gliela dò tutta”. “Non mi resta che prenderla”.
Insistendo. “Continui così, Anselmo, la prego”. “Ecco, devo andare su e giù”.
Inarcandosi. “In questo modo?”. “Per favore, si allarghi di più”.
Eseguendo. “Certo, così può entrare meglio”. “L’importante è che entri tutto”.
Aiutandolo. “Mi hanno detto che deve essere ben bagnata”. “Signora, mi sembra che coli”.
Eccitata. “E’ diventata un lago”. “Ci sto proprio nuotando dentro”.
Sportiva. “Devo dire che ha fatto un bel tuffo, Anselmo”. “Sono arrivato sino in fondo al Niagara”.
Soddisfatta. “E’ davvero riuscito a scaldarla”. “Effettivamente mi sembra che stia bruciando”.
Porgendoglielo (e qui il primo a parlare è il cameriere Anselmo) “Provi ad assaggiare”.
“Io berrei tutto, cosa ne dice?”.
E la signora, ingolosita, si mette a sorseggiare la calda limonata del cameriere Anselmo.
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