Toni avverte: «Amauri, rivoglio la maglia azzurra»
TORINO, 29 agosto - Toni contro Amauri, in Champions e non solo. I due attaccanti si sfideranno in Europa e si contenderanno un posto in Nazionale. Il campione del Mondo è pronto per entrambe le sfide.
Luca Toni, è contento che il suo Bayern abbia trovato la Juventus nel girone di Champions?
«A dire la verità, no. Mi fa piacere perché incontro tanti amici, ma avrei preferito una squadra meno forte».
Forse un’altra italiana?
«No, le squadre italiane sono ben organizzate e avversarie toste. Certo, affrontare i bianconeri è sempre una sfida affascinante, ma potevamo pescare meglio».
Sarà una sfida anche con il suo passato: da piccolo lei non tifava Juventus?
«Sorride. E’ vero, provengo da una famiglia bianconera, lo sono mio padre e mio fratello. Da ragazzo giocavo trequartista e il mio ideale era Platini. Ma presto ho iniziato a giocare nel Modena e, di conseguenza, a tifare Modena. Poi mi hanno pure spostato centravanti e allora mi sono ispirato a Van Basten».
Da grande, invece, ha sfiorato il trasferimento alla Juventus: due anni fa c’è stata una cena con Bettega...
«Sì, c’erano stati dei contatti, sono stato molto vicino a trasferirmi a Torino, poi abbiamo preso strade diverse. Quell’estate me ne sono andato a Monaco e la Juve ha puntato su altri centravanti ».
Ha sentito qualche collega bianconero per commentare il sorteggio?
«Mi sono subito messaggiato con Cannavaro e con Del Piero».
E cosa le hanno scritto?
«Mi ha risposto Fabio: “Pensa te, tra tanti proprio te dovevo beccare”».
Ci sarà allora per la sfida del 30 settembre all’Allianz Arena?
«Per allora penso di tornare a disposizione, la scelta però non dipende da me ma dal tecnico».
C’è parecchia concorrenza interna tra gli attaccanti del Bayern.
«E’ vero, siamo in tanti e io non sono certo il favorito di Van Gaal. Ma qualcosa qui l’ho fatto, in due anni ho segnato 60 gol, sento la fiducia della società e della gente, vedo ancora tanti bambini con la maglietta con il mio nome, i tifosi mi fermano per strada e mi chiedono quando torno. Sarà poi il campo a stabilire le gerarchie ».
E contro la Juventus sfiderà anche un rivale in azzurro: Amauri sta per avere il passaporto italiano.
«Prima di essere un giocatore dell’Italia, ne sono anche tifoso. Perciò penso che debba giocare in nazionale il centravanti più forte. In questo momento è lui il più forte. Però, da qui a un anno tutto può succedere: voglio soltanto tornare a giocare e sfruttare le occasioni per riprendermi la maglia azzurra».