Magri tra "Pineto, stranieri, Anastasi e gli anni sabbatici"
Il presidente della Fipav a Istanbul, sede del girone azzurro degli Europei maschili, analizza il difficile momento della pallavolo italiana maschile.
Dalla conferma del Ct, dal problema degli allenatori di base, al caso Pineto e il campionato a 14 o 15 squadre, dal Mondiale 2010 alle assenze dalla nazionale
ISTANBUL - E' un Carlo Magri a tutto campo quello che tiene aperta la sala stampa del Abdi Ipekci Sports Hall dopo la conferenza stampa lampo dei tecnici Anastrasi e Bagnoli dopo Italia - Russia.
"La partita con la Russia è lo specchio di questo campionato europeo. L'Italia non è più quella di una volta, ma nemmeno gli avversari, che sono cresciuti".
A fine gare il numero uno della Fipav è andato negli spogliatoi, convocandoci tutto lo staff tecnico e la squadra: "Dopo la partita ai giocatori ho detto che secondo me questa non è una squadra che oggi deve trovarsi a zero punti in un Europeo. Siamo arrivati 4i alle Olimpiadi, credo fermamente che possiamo essere all'altezza degli altri. Ora prima del Mondiale ci sono le qualificazioni all’Europeo 2011 e la World League. Le cose sono cambiate per noi, bisogna trovare una soluzione al problema dei calendari".
Ma rispetto a Pechino non poche le defezioni: "Questa è l’Italia, non chi era a casa. In passato c’era abbondanza e si poteva anche accettare gli anni sabbatici per la famiglia. Ma adesso non è più così. Per il futuro potremmo anche pensare di mettere la regola che chi non gioca in Nazionale non può giocare il campionato, fa quello del Csi".
E la rassegna iridata? "Devo essere ottimista per forza: ce lo giochiamo in casa. Sappiamo però che sarà difficile. Certo penso che su questo risultato abbia inciso anche la composizione dei gironi. Che l’Italia sia qualche posto più avanti. Il prossimo anno dovremmo avere la squadra che è arrivata quarta all’Olimpiade… Raschieremo il fondo del barile e ci proveremo per fare bella figura".
Poi un inciso sul tecnico che non riceve la conferma immediata: "Anastasi? Se ne dovrà parlare anche in seno al consiglio federale. Anche lui dovrà adattarsi a eventuali orientamenti federali".
Forse la pallavolo maschile di casa nostra non è proprio in salute. "Troppi stranieri, è un problema, ma è anche un problema culturale. Sono andato a vedere i Mondiali Cadetti organizzati a Jesolo. Quasi quasi sono contento che siano andati così, perché almeno il problema è visibile a tutti. Mi pare di vedere che i nostri giovani sono “diversi”. Non solo tecnicamente, ma anche fisicamente. Come spirito. E poi c’è il problema dei tecnici non li fanno giocare, che non rischiano su di loro. Non devono avere il posto garantiti, ma qualche opportunità sì".
Però da 10 anni fa ad oggi, da quando si era primi al mondo ad ora, ai margini del'Europa qualcosa è successo. A chi le responsabilità? "Se siamo giunti a questo punto qualcosa - io per primo - abbiamo sbagliato. Confesso che ho il rimpianto di aprire le porte agli under 23 stranieri. Le richiederei domani perché sono certo che ci sarà già chi guarda ai pre juniores di altre nazionali e li andrà a prendere per togliere spazio agli italiani. Ma questa scelta ci ha permesso di varare un Club Italia maschile. E comunque certo che ci siamo cullati sugli allori. Dovevamo muoverci prima".
Attualità... c'è il caso Pineto. Campionanto a 14 o a 15? Qual è l'orientamento della federazione? "Parlare del caso Pineto mi indispettisce. Si dovrfebbe parlare del Mondiale... Non c'e l'ho con Pineto, ma questa cosa andata fermata prima. Ora vogliamo aspettare le motivazioni della sentenza, poi sentiremo la proposta che la Lega porterà alla federazione e in base a quella prenderemo una posizione. Oggi comunque è tempo di stringerci ricordando però che senza la Nazionale non si va da nessuna parte".
fonte: volleyball.it
