Lorenzetti, "Quando c'era Velasco, era la nostra guida tecnica"
Il tecnico campione d'Italia, con esperienze sia nel club che nelle nazionali giovanili e maggiori della Fipav, analizza il momento. "Siamo cambiati. Il nostro movimento è cambiato. Ai tempi di Julio c'era una identità unica, oggi si pensa alle fette di potere di ciascuno e non c'è programmazione".
"Vettori? Ancora non sa se vuole fare il pallavolista".
"I giovani? Perché i nostri under 23 devono costare di più degli stranieri?"
da Il Resto del Carlino
di Doriano RabottiPIACENZA - Ha allenato per dieci anni la nazionale juniores italiana, ed è il tecnico campione d’Italia in carica. Soprattutto, Angelo Lorenzetti ha sempre cercato di far crescere giocatori in cerca di consacrazione, nelle sue squadre, italiani e stranieri. Conosce bene la Federazione, conosce bene i club, conosce il confronto con la pallavolo degli altri. Ci sembra la persona ideale per analizzare il momento nero del nostro volley.
Lorenzetti, davvero la colpa è solo degli stranieri che giocano nei club?"Su questo la penso esattamente nello stesso modo in cui la pensavo quando lavoravo per la Fipav: proteggere gli italiani non serve a niente. Non ho la verità in tasca, per carità. Ma se davvero deve essere il campionato a produrre i giocatori, come mai Cuba e gli Stati Uniti, che il campionato non ce l’hanno proprio, continuano a sfornare giocatori di alto livello?"
Ma i giovani su cui lavorare li abbiamo o no?"Se parliamo delle potenzialità fisiche, è chiaro che con realtà come la Russia non potremo mai competere. In realtà, a me è rimasta in mente soprattutto una frase, tra quelle dette dal presidente Magri in questi giorn".
Quella sugli allenatori italiani con doppio incarico?"No, quella sui mondiali pre-juniores che si sono appena svolti in Italia. Magri ha detto che gli è sembrato che i giocatori degli altri paesi avessero un approccio agonistico molto diverso, rispetto ai nostri. Questo ci deve fare riflettere, noi allenatori ci dobbiamo prendere le nostre colpe, però mi sembra evidente che il discorso sia un po’ più generale".
Vogliamo parlare di fame? Ma in finale ci sono Francia e Polonia, mica paesi sottosviluppati..."Infatti. Se conoscessi la soluzione, l’avrei trovata ai tempi della juniores. Io rovescerei il problema: forse più che avere il dubbio se facciamo abbastanza per i giovani, dovremmo chiederci se loro ci pensano, a loro stessi. Allo stesso modo, sarà anche vero che arrivano troppi ragazzi stranieri under 23 nei club, ma dove sta scritto che i loro pari età italiani devono costare molto di più?".
La testa dei ragazzi è cambiata così tanto, rispetto ai tempi dei fenomeni?"Tutti siamo cambiati. Anche il nostro ambiente non è più lo stesso. Quando Velasco era la nostra guida, tutti quanti noi alla base facevamo compatti quello che lui ci indicava. C’era un’identità del movimento che non c’è più, da anni le diverse parti hanno cominciato a pensare troppo alle fette di potere che si erano ritagliate. Anche nei club gli allenatori non restano a lungo. Significa che c’è poca programmazione".
Anastasi ha citato ad esempio un vostro giocatore, Vettori, opposto dell’Italia prejuniores che a 19 anni gioca in B."Ma ancora non si sa se Vettori vuole fare o no il pallavolista, nella sua vita. E’ un giovane che ha sempre rifiutato di venirsi ad allenare con la nostra prima squadra, gli interessano altre cose. Le motivazioni sono fondamentali".
A noi sembra che l’Italia sia andata peggio di quanto può meritare, comunque."In manifestazioni così non sempre i risultati rispecchiano il lavoro fatto in preparazione. Se hanno lavorato bene prima, lo sanno solo gli azzurri. Però quando si fa una programmazione, il risultato non basta per smantellarla. In Francia non l’hanno fatto, e guardate i risultati. Comunque anche io penso che non siamo così lontani dagli altri".
fonte: volleyball.itAttached Image: piacenza.jpg
