Briatore al contrattacco

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~MaNu™
view post Posted on 23/9/2009, 14:29




Renault, Briatore prepara la risposta



Spunta un informatore. L'ex team manager ricorrerà civilmente




ROMA, 23 settembre - «Non credo che Flavio escluda la possibilità di ricorrere alla giustizia civile, visto che è stato cacciato negandogli pure la possibilità di guadagnarsi da vivere». Parole di Carlos Gracia, presidente della federazione spagnola.

LE CAUSE - Il giorno dopo la sentenza brutale e già scritta di Max Mosley sul Renaultgate piovono le critiche sul presidente-dittatore della Fia mentre lui fa pubblicare tutti gli atti del caso, dai quali si scopre anche la presenza di un super testimone misterioso che ha inchiodato Briatore. Ma la chiave di lettura la fornisce Garcia, numero 1 dell’organismo al quale è affiliato Fernando Alonso, il campione uscito completamente pulito dalla vicenda e tra gli assistiti dal buon Flavio, nonché promesso sposo alla Ferrari. Nel definire «eccessiva» la punizione (radiazione) inflitta a Briatore, «per altro senza una chiara dimostrazione del suo coinvolgimento», Garcia non solo parla di «caccia scatenata per la cattura di Flavio, l’obiettivo da abbattere», ma indica la più che possibile prossima mossa di Mr. Billionaire. Briatore, che continua a tacere e a parlare solo ai suoi avvocati, non solo ha ancora in piedi una causa di diffamazione contro Nelson Piquet padre e figlio, ma potrebbe impugnare la sentenza della Fia in termini civili. Improbabile, se non impossibile, la strada della giustizia sportiva (a riaprire il caso può essere solo un automobil club della Fia, come fece l’Aci pro-Ferrari per la Spy Story). E comunque probabilmente non interessa neppure al manager piemontese, che attraverso un processo civile potrebbe rivalersi economicamente sia nei confronti della Fia, ma soprattutto della Renault, che l’ha scaricato in modo brutale.

FLAVIO NO - Tra le 91 pagine del Dossier pubblicato dalla Fia sul Consiglio Mondiale straordinario che ha appurato la cospirazione di Nelsinho Piquet, Pat Symonds e Flavio Briatore per creare nel GP di Singapore 2008 un incidente che favorisse Fernando Alonso (poi vincente grazie all’entrata in scena della Safety Car), si scoprono tutta una serie di cose che definire curiose è un eufemismo. La principale, navigando tra lettere, email, verbali di interrogatori (Symonds), deposizioni volontarie (Piquet jr), tracciati delle telemetrie (del brasiliano), trascrizione dei colloqui radio Renault, relazioni dei commissari di gara e degli investigatori incaricati dalla Fia e dalla Renault stessa, si scopre che fino al 17 settembre, ovvero venerdì scorso, il coinvolgimento di Flavio Briatore non era provato. Non soltanto dai commissari Fia, che lo definivano per l’esattezza «possibile», ma neppure dalla indagini interne della Casa francese, che scrive alla Fia due cose: 1. «c’è stata una cospirazione tra almeno due persone: Nelson Piquet jr e Pat Symonds»; 2. «non abbiamo raggiunto una conclusione definitiva sul ruolo di Briatore».

FLAVIO SI’ - Come s’è arrivati allora alla sentenza che salva Piquet e la Renault e penalizza poco Symonds mentre radia Briatore? Il giorno dopo la Fia (Mosley) scrive una mail ai francesi minacciandoli: «La Renault ha il dovere di collaborare» e chiede di definire «l’esatto coinvolgimento di Briatore nella cospirazione». Altre ventiquattro ore e la Renault risponde alla Fia con una lettera di Andrew Ford, l’avvocato dello studio londinese Whiters incaricato di seguire la vicenda, e cambia versione: «La Renault conclude che Mr. Briatore doveva sapere della cospirazione», affrettandosi a specificare che «è limitata a non più di tre persone: Piquet, Symonds e Briatore». “Conclusione” raggiunta grazie alla testimonianza di un «informatore», un super testimone tenuto segreto (e la Fia, chissà perché, ha accettato di mantenerne l’anonimato) che ha assistito alla vicenda e l’ha così ricostruita: Piquet jr ha proposto a Symonds l’idea di creare ad arte un incidente alla presenza di Briatore; l’«informatore» ha contrastato l’idea e non sapeva che il piano fosse portato a termine fino a quando non è successo l’incidente al 14° giro. Ricostruzione per altro negata fino all’ultimo da Briatore.

MISTER X - Ma chi è questo «informatore»? E’ credibile a tal punto? Si sa che è un membro del team e che non è il direttore tecnico né Bob Bell, né Fernando Alonso, né il capo degli ingegneri Simon Rennie, né David Greenwood (l’ingegnere dello spagnolo), né Phil Charles (l’ingegnere di Piquet jr), né i tecnici Mattheau Dubois e Riccardo Penteado, né il team manager Steve Nielsen, ovvero i dipendenti interrogati insieme a Briatore e Symonds (non Piquet jr). E fa riflettere il pensare che la McLaren ha pagato con 100 milioni di dollari di multa lo spionaggio accertato alla Ferrari (altro che super testimoni segreti), mentre la Renault per un «informatore» spuntato alla fine la faccia completamente franca per un reato molto più grave, ovvero provocare un incidente mettendo a repentaglio la vita di pilota, addetti in pista, spettatori e condizionando così il risultato della gara. Fatto che gli stessi giornali francesi e inglesi, ovvero del Paese della Renault (che è una Casa anche di proprietà statale) e di Mosley, stigmatizzano pesantemente. «La Renault può dire grazie alla crisi - si legge sull’Equipe -. Se la F1 non fosse stata alla mercé dei costruttori e dei loro motori, il verdetto del Consiglio mondiale avrebbe potuto essere meno clemente, anche a rischio di perdere uno dei suoi fornitori». Mentre l’ex campione del mondo Damon Hill taglia corto: «E’ un verdetto che grida vergogna». Mosley ovviamente se ne frega. Briatore no. E, anche senza considerarlo un uomo condannato alla “povertà” come dice il presidente spagnolo Garcia, sembra che in mano abbia più carte da giocare.
 
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